Ai romani piace verde?

Ai romani piace verde?

Roma è tra le città d’Europa, e del mondo, con la più grande quantità di verde sul proprio territorio, quasi la metà. Tuttavia l’amministrazione sembra non avere a cuore la sua valorizzazione, dimostrando anzi incompetenza come nel caso che recentemente ha fatto molto discutere.

Ai romani piace verde?

# La potatura criminale degli olmi

Ph: puntoverde_giardini_perego_m – Instagram

Negli ultimi giorni a Roma si è riacceso un movimentato dibattito sulla gestione del verde della città da parte del Comune guidato da Roberto Gualtieri. La questione è partita dall’indignazione di alcuni gruppi ambientalisti per la decisione dell’amministrazione di potare, se non addirittura abbattere, diversi olmi presenti in Viale dei Quattro Venti. Gli ambientalisti accusano l’amministrazione di condurre un’operazione come questa in un periodo non idoneo, durante la stagione riproduttiva degli uccelli, violando normative ambientali come la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA). La potatura non era però arbitraria scelta della giunta, ma apparentemente una vera necessità per combattere un parassita che danneggiava le piante. Al di là di chi abbia ragione in questo confronto, una cosa certa è emersa: il Comune di Roma non sa gestire l’immensa quantità di verde che ha a disposizione.

# Verde in grandi quantità, ma di bassa qualità

Ph: gagive – Instagram

Una delle tante specificità he rendono Roma unica al mondo è l’immensa quantità di verde che ospita. Nelle classifiche europee si piazza nelle zone alte, con oltre il 35% di tutto il territorio cittadino interamente coperto dalla vegetazione, mentre tra le sole Capitali europee è la prima. I grandi parchi come Villa Pamphili, Villa Borghese o ancora Villa Ada, dimostrano ampiamente come questo fattore possa essere un elemento di forza della città. Tuttavia, quasi tutte le amministrazioni che si sono succedute a governare Roma non hanno saputo gestirlo, agendo il più delle volte con misure reattive motivate da emergenze più che da strategie di lungo termine. Tutto ciò ha contribuito, naturalmente, a rovinare l’immenso patrimonio di cui Roma dispone e a porla di fronte a un paradosso: molte città europee con meno verde dell’Urbe hanno un tasso ecologico più alto. Ma quali possono essere le misure volte a un recupero di questo immenso potenziale?

# La rivoluzione del verde

Come tanti altre questioni che riguardano Roma, quello del verde è legato alle grandi dimensioni del terreno da gestire. Tuttavia, questo non deve rappresentare un limite, ma uno stimolo in più per fare bene e valorizzarlo, proprio perché la possibilità di divenire leader mondiale nella gestione della natura, per Roma, è dietro l’angolo. E le grandi città in giro per il mondo offrono moltissimi spunti:

  • si pensi a New York, che con Central Park ha dovuto attrezzarsi bene per riuscire a trovare il giusto equilibrio tra gestione e spese basse. Con un mix organizzato di fondi pubblici, donazioni private e volontariato, il parco è sempre ordinato e pulito.
  • ancora Copenaghen, che integra il verde nella mobilità, con 350 km di piste ciclabili ombreggiate da alberi, o anche nello smaltimento dei rifiuti, con CopenHill, il termovalorizzatore con tetto verde e pista da sci.
  • anche a Torino, che grazie a partenariati pubblico-privati, tra il 2020 e il 2021 ha piantato quasi 20.000 alberi

Roma ha dunque diversi spunti da cui imparare per efficientare la gestione del proprio verde, e forse i membri del Dipartimento per la Tutela Ambientale e del Verde farebbero bene a iniziare a informarsi e a suggerire soluzioni radicali, capillari e, soprattutto, urgenti. Tra le misure immediate che si possono adottare sicuramente ci sono:

  • Uniformare le commissioni o i dipartimenti per la tutela del verde in ogni Municipio così da garantire l’accesso diretto alle necessità e problematiche per ogni territorio ed efficientare le misure di tutela ambientale.
  • Sviluppare un piano del Verde integrato capace di combinare biodiversità e giustizia climatica, come fanno Bologna e Torino.
  • Sostenere i consorzi pubblici-privati per la manutenzione dei grandi parchi come fanno a New York per Central Park, sensibilizzando sul tema e invogliando le associazioni di volontariato a spendersi di più.
  • Riuscire a integrare il verde con le necessità dei romani, laddove tante volte gli grandi spazi naturali sono percepiti come un ostacolo.

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RAFFAELE PERGOLIZZI