La Roma del futuro: cosa cambierà con le nuove riforme… e che cosa manca

La Roma del futuro: cosa cambierà con le nuove riforme… e che cosa manca

I futuri provvedimenti pensati per migliorare l’amministrazione della città di Roma prevedono principalmente un decentramento del potere amministrativo e un ripensamento della legge elettorale. Queste sembrano essere delle ottime misure per rendere più efficiente la gestione della Capitale, ma basteranno da sole a cambiare l’andamento delle cose? Scopriamolo insieme.

La Roma del futuro: cosa cambierà con le nuove riforme… e che cosa manca

# Cosa cambierà con la legge sul decentramento amministrativo

Ph: campidoglio – Instagram

L’introduzione qualche anno fa dei Municipi, che hanno sostituito le vecchie Circoscrizioni, non è bastata a rendere efficiente l’amministrazione dei grandi territori romani. Questo è dovuto soprattutto all’autonomia limitata di cui dispongono i municipi stessi. La Riforma Roma Capitale, mira invece a conferire ai Municipi maggiore autonomia amministrativa e finanziaria, proprio per superare questo limite. Se la riforma dovesse passare, Roma assumerebbe i poteri di una Regione (esclusi quelli riguardanti la Sanità) e i Municipi quelli di una città. Anche se questa riforma non è ancora entrata in vigore, il fatto che tutte le principali forze politiche, da Fratelli d’Italia al Partito Democratico, la sostengano di buon grado, fa ben sperare. Ma questa non è l’unica modifica sostanziale della riforma.

# Addio ballottaggio: ecco cosa prevede la Riforma Elettorale

Assemblea Capitolina – lacapitale.it

Il ballottaggio è ormai quasi un rito nelle elezioni amministrative della Capitale. Il principale limite del ballottaggio è che crea un lungo periodo di instabilità politica a causa della prolungata campagna elettorale. Non solo: per il meccanismo delle alleanze post primo turno rischia di annacquare i programmi elettorali e a mettere i futuri sindaci sotto scacco di ricatti per le nuove alleanze necessarie per vincere al secondo turno.  Questo problema riguarda non solo Roma: per questo la maggioranza ha depositato in Parlamento un atto che prevede la possibilità di eleggere il sindaco al superamento del 40% dei consensi, invece dell’attuale 50%+1, in tutti i comuni con oltre 15mila abitanti. La Riforma prevede inoltre un super-bonus di maggioranza elettorale con cui viene affidato il 60% dei seggi alla lista vincente. Ovviamente questa proposta ha già scatenato moltissime polemiche, con l’opposizione (PD in testa) che promette di tutto per arginarla.

Ma qual è il principio cardine che dovrebbe essere rispettato perché ogni riforma politica abbia conseguenze positive per i cittadini?

# Ai nostri politici manca il senso di responsabilità

Ph: zona_roma_nord – Instagram

Queste riforme possono rappresentare un grande cambiamento, col miglioramento delle strutture amministrative e tecniche della città, passando anche per una giunta più forte e coesa. Tuttavia rischiano di essere l’ennesimo buco nell’acqua, utili solo a destabilizzare le abitudini dei romani senza migliorarne lo stile di vita. Ben venga l’autonomia, ma senza un forte senso di responsabilità abbinato ad essa, questa rischia di essere solo un elemento di auto-sabotaggio. Complice di questo momento di stagnazione è l’assenza delle scuole di politica, che non formano amministratori capaci. Per stravolgere questa tendenza, è necessaria una rivoluzione non solo legislativa, ma culturale del modo di fare politica e di prendersi cura della cosa pubblica, che miri al benessere della comunità e non agli interessi dei partiti.

Continua la lettura con: Le 7 cose che un romano apprezza di Milano

RAFFAELE PERGOLIZZI