Le «Borgate Autonome di Roma»: Roma diventerà un arcipelago?

Le «Borgate Autonome di Roma»: Roma diventerà un arcipelago?

Nel ‘900 e soprattutto nel secondo dopoguerra, Roma si è allargata ed espansa a dismisura, arrivando a includere nel proprio territorio piccoli comuni precedentemente autonomi. Nel 2013 siano stati introdotti i Municipi per rendere più efficiente il governo del territorio e risolvere le problematiche legate allo stesso, ma ancora oggi risulta molto difficile amministrare un’area così vasta. Si potrebbe pensare di restringere il campo di competenza del Comune di Roma magari restituendo l’autonomia ad alcuni ex comuni particolarmente popolosi?

Le «Borgate Autonome di Roma»: Roma diventerà un arcipelago?

# Municipi, organismi largamente limitati

Municipi di Roma – Wikipedia

I motivi che furono alla base della creazione dei Municipi romani sono tutti riconducibili al tentativo di efficientare e decentrare la gestione del Comune di Roma sui grandi territori. Il decentramento amministrativo avrebbe anche incoraggiato la partecipazione democratica, nelle intenzioni degli autori di questa riforma. Ad oggi, però, se da una parte qualcosa è migliorato, dall’altra rimangono ancora diverse problematiche tutte legate principalmente alla vastità dei territori da amministrare. Basti pensare che il Municipio meno popoloso, l’VIII, conta quasi gli stessi abitanti di Salerno! È forse arrivato il momento di pensare che Roma deve rinunciare all’amministrazione di alcune fette di territorio, se tiene veramente al benessere dei cittadini.

# Alcuni ex comuni a cui restituire l’autonomia

Credits: Markus Spiske – Pexels

Come già accennato, ci sono moltissimi esempi di ex comuni inglobati a cui si potrebbe restituire l’autonomia, permettendogli di autogestirsi e migliorare le proprie prestazioni. Pensiamo per esempio a:

  • Ostia, inglobata nel Comune di Roma nel 1933 nel progetto “Mare di Roma” promosso dal governo fascista, se si considerano le zone di Lido di Ostia e Ostia Antica, possiamo affermare che solo questo ex comune conterebbe circa 230.000 abitanti su un territorio di 150km². Fortemente caratterizzato dalla presenza del mare, restituire l’autonomia a questo territorio gli permetterebbe di recuperare e valorizzare la propria identità a trazione marittima, gestendo autonomamente il turismo e scoraggiando le infiltrazioni mafiose che approfittando dei grandi tempi della burocrazia del comune di Roma.
  • Acilia, è stata inglobata in un lungo processo tra gli anni ’20 e ’30. Non era un comune autonomo, ma una vasta area bonificata e successivamente urbanizzata che, ad oggi, conta circa 60.000 abitanti su un territorio di quasi 20km². Dista più o meno una ventina di chilometri dal centro di Roma e ha un’autonoma identità residenziale che, però, è fortemente svantaggiata a causa dei disservizi. Se anche Acilia avesse una sua autonomia, potrebbe sviluppare un governo del territorio realmente attento alle proprie necessità, sviluppando un sano welfare dei cittadini.
  • Cesano, divenuta parte del Comune di Roma con un processo durato tra gli anni ’50 e ’60. Se si contano sia il borgo che le aree limitrofe, esso arriva a contare quasi 160.000 abitanti per un territorio di circa 40km², che ovviamente comprendono vaste aree rurali. La distanza dal centro, tra i 30 e i 40km, e il carattere principalmente rurale, la rendono più affine a una città della provincia e se potesse autogestirsi, questo rappresenterebbe un gran vantaggio per la tutela del verde e per l’efficienza dei trasporti.

Questi sono solo alcuni esempi, si potrebbero citare tantissime altre realtà caratterizzate da una forte identità e con necessità specifiche.

# Una grande soluzione per grandi problemi

Ph: campidoglio – Instagram

Scorporando solo questi territori, Roma perderebbe circa 450.000 abitanti e 210km², che significano meno territori da coprire con una rete dei trasporti, meno spese e quindi molte meno preoccupazioni. È chiaro dunque che una misura del genere, per quanto audace e complessa, donerebbe una maggiore stabilità sia a Roma sia ai Comuni che sorgerebbero, aumentando il benessere cittadino medio della zona e rendendo più prestigiosa la Regione Lazio.

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RAFFAELE PERGOLIZZI