Quante volte in Italia si sente parlare della distinzione tra Nord e Sud, della competizione tra Roma e Milano, della produttività di alcune Regioni contro la pigrizia di altre? Insomma, di una continua rivalità tra le varie identità del Paese che si manifestano sotto le più diverse questioni pratiche. Questo tema è vecchio quanto l’Italia stessa: e se invece di un problema esso stesso fosse la soluzione, almeno per la politica?
Governo romanocentrico: il localismo sarà il tratto distintivo della politica italiana?
# Dalla Questione Meridionale alle accuse al Governo di essere “romanocentrico”

Le divisioni che caratterizzano e minano la politica d’Italia sono vecchie quanto questo Paese stesso. Sin dall’Unità, infatti, una delle situazioni più problematiche che ogni governo, che fosse della destra o della sinistra storica, doveva affrontare era proprio la Questione Meridionale. Tra un nord tecnologicamente più avanzato e un sud lasciato a sé stesso, la stessa questione si è protratta a lungo negli anni e, ad oggi, ancora ne subiamo le conseguenze. Ma oltre a queste storiche questioni, ultimamente arrivano accuse velate al governo di Giorgia Meloni di essere troppo “romano-centrico“, cioè fatto a misura di Roma. Senza voler indagare se queste accuse siano fondate o meno, quale potrebbe essere la migliore soluzione per governare organicamente un Paese così frammentato?
# Il localismo strategico: la ricetta per il Governo del Futuro

Queste accuse, oltre ad alimentare la macchina che sforna indagini giornalistiche alla ricerca di click facili, evidenzia una particolarità che l’Italia non è riuscita a valorizzare: la forte carica identitaria dei territori amministrati. Questo è forse all’origine di alcuni problemi che non rendono il Paese unito, ma visto che i tentativi di superarla non sono sinora riusciti, perché non provare invece a valorizzarla? Il localismo, finalizzato a promuovere le specificità di ogni territorio e a liberarne le energie positive per il Paese, potrebbe essere la ricetta concreta ed efficace per l’Italia. Non si sta parlando di semplice autonomia, ma di un vero e proprio progetto che riesca a donare unità e organicità all’intera nazione. Questo serve all’Italia: compensare le mancanze di un governo centrale con un localismo strategico che influenzi il governo centrale stesso, magari proponendo a giro un presidente del consiglio proveniente da ogni Regione del Paese. E ancora di più: perché non premiare affidando il governo nazionale alla giunta regionale che ha raggiunto le migliori performance di benessere per i cittadini? Sarebbe una politica dove più che a livello di campagna elettorale, per conquistare il governo del Paese ci si sfiderebbe su risultati concreti. E i migliori sarebbero premiati con un potere nazionale.
# Non solo l’Italia: più localismo farebbe bene anche all’Europa per valorizzare le diversità dei territori

Se si allargano le prospettive e si guarda oltre ai confini segnati dalle Alpi, ci si rende subito conto che non solo l’Italia deve affrontare questo problema, ma l’Europa stessa. Un’Europa che sta diventando sempre più un monolite che cerca di imporre uguaglianza a nazioni tanto diverse. Ma non solo: a fronte di politiche uniformanti è in realtà sempre più l’espressione di interessi nazionali. Se invece si capovolgesse la prospettiva e si fondasse la nuova Europa sulla diversità dei territori? Così si potrebbe dare più libertà di azione ai diversi Stati, premiando i governi che raggiungono i migliori risultati con un governo su tutta l’Unione. Si potrebbe riprodurre per la politica i progetti di maggiore successo continentale: quello delle competizioni sportive. Così il governo dell’Unione sarebbe il traguardo di una specie di Champions League della politica. Con un vantaggio per tutti i cittadini.
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RAFFAELE PERGOLIZZI