Il voto? Un falso potere che illude i cittadini

Il voto? Un falso potere che illude i cittadini

La democrazia rappresentativa è la forma di governo liberale più diffusa al giorno d’oggi. Si fonda sul consenso popolare, espresso mediante il voto. Un fondamento che si sta trasformando sempre più in un falso potere per i cittadini. Vediamo perché.

Il voto? Un falso potere che illude i cittadini

# Il voto singolo non ha senso se non è inserito in un bacino di voti più ampio

A quanti non è mai capitato di sentire un senso di vuoto, quasi di smarrimento, almeno una volta dopo aver votato? Quella sensazione che nasce dalla spontanea e genuina domanda “ma quanto varrà il mio singolo voto?“. Ecco, non si parla solo di sensazioni, ma di cruda realtà: è un elemento statistico. Il singolo voto non conta nulla. Non è mai successo e mai accadrà che un singolo voto sia capace di modificare un risultato elettorale. Pertanto non conta. Eppure, perché i politici insistono così tanto a dichiarare che il singolo voto è tanto importante? Lo dicono proprio perché non conta nulla. Perché se davvero contasse qualcosa, chi ha il potere reale non attribuirebbe così tanta importanza a qualcosa che rischia di togliergli potere. Già questa analisi basterebbe a smontare le certezze di ogni bravo cittadino che non ha perso neanche un appuntamento elettorale, ma non è finita qui.

# Tramite il voto si eleggono i politici, ma nelle democrazie contemporanee a comandare non sono loro

Una giusta osservazione può essere questa: il singolo voto conta se lo si inserisce in un bacino più ampio. Si starebbe più sereni a concepire il voto in questa maniera, pensando che in questo modo si contribuirà a mandare al governo del Paese i politici preferiti. Eppure la ciclicità tipica della democrazia ha evidenziato, soprattutto negli ultimi anni, che nonostante cambi il colore del partito al governo, la politica governativa sia di fatto sempre la stessa. Si guardi al susseguirsi dei vari governi Conte, Draghi e ora Meloni: le politiche fiscali, sul lavoro, estera, interna, sulla giustizia, economica, sulla cultura o sulla scuola, perfino sull’immigrazione, si muovono su una linea continua. L’unica differenza è nelle tecniche comunicative dei vari leader. Per il resto, l’azione politica rimane praticamente la stessa. Questo perché i rappresentanti eletti non seguono le istanze degli elettori, ma in realtà sono asserviti a logiche più potenti: quelle dei gruppi di pressione e delle forze dominanti sui mercati globali. E’ da falsi o da ingenui pensare che il popolo possa contare nelle scelte dei governanti, più delle lobby e delle multinazionali che sono in grado in ogni momento di spegnere la luce su un politico o sull’intero Paese, attraverso la manipolazione dei media e attraverso la cessione dei titoli di Stato.

Dunque il singolo voto è inutile non solo perché a livello statistico ha impatto zero, ma anche perché serve ad eleggere personaggi che in una moderna democrazia sono per forza assoggettati a poteri più grandi di loro. Personaggi che, con maschere diverse, recitano sempre lo stesso copione scritto da altri. Ed è per questo che la maggior parte delle campagne elettorali, che siano di destra o di sinistra, dicono sempre la stessa cosa: “il tuo voto conta”. Perché gli appuntamenti elettorali sono l’unica occasione in cui si dà al cittadino l’illusione di essere padrone del proprio destino. Anche perché se il popolo comprendesse che non ha nessun potere, potrebbe rappresentare l’unico vero politico non tanto per i governanti politici, e per la loro carriera, ma soprattutto per chi li manovra a suo piacimento e interesse. Ma come fare per ribaltare questa situazione?

# Come ribaltare la situazione e dare un reale potere al popolo

Se le classi dirigenti non fanno gli interessi dei cittadini elettori perché subiscono un’influenza molto più potente di lobby e logiche di mercato, allora l’unica soluzione risiede in un ribilanciamento delle pressioni. Anzitutto è fondamentale la presa di coscienza: prima la popolazione prende consapevolezza che col voto non si esprime un potere, ma si ammansisce il potenziale di autodeterminazione collettiva, prima si sprigiona la reazione. In sostanza, bisogna sviluppare un sistema che invece che rispondere alle pressioni dall’alto (lobby e multinazionali), sussista grazie alle pressioni dal basso, quindi da parte della cittadinanza. L’unico modo di renderlo possibile è tramite l’istituzione di corpi intermedi, indipendenti dai partiti e dalle forze parlamentari, che facciano realmente gli interessi dei cittadini, riportando l’attenzione sulla base sociale anziché sulle élite. Inoltre, per evitare che la sovranità popolare si fermi agli appuntamenti elettorali, bisogna fornire il cittadino di strumenti per intervenire anche quotidianamente nell’evoluzione delle manovre politiche. Stampa libera, strumenti di monitoraggio, revocabilità dei mandati, tutti esempi di strumenti atti a sviluppare una forte capacità di critica e una potenziale interferenza nelle manovre politiche.

Istituire dunque dei corpi intermedi e, contemporaneamente, dare ai cittadini degli strumenti per monitorare i mandati elettorali ai politici eletti, sono gli unici strumenti per ridare dignità al voto e rendere il popolo sovrano.

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RAFFAELE PERGOLIZZI